Una sentenza recente della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su un aspetto importante relativo alla tariffa di depurazione dell’acqua. Con l’ordinanza n. 3445/2024 del 15 novembre, i giudici hanno stabilito che gli utenti non sono tenuti a pagare il canone di depurazione se l’impianto idrico è inefficiente o non funziona correttamente.
La controversia
La questione è stata sollevata da un ricorso presentato da un’associazione di consumatori, che ha contestato la legittimità della tariffa di depurazione applicata ai cittadini in presenza di un impianto di depurazione non funzionante o inadeguato.
La decisione della Cassazione
La Corte ha accolto il ricorso, affermando che la tariffa di depurazione, inclusa nel servizio integrato idrico, non è dovuta se l’impianto di depurazione non è in grado di svolgere la sua funzione principale, ovvero quella di trattare e purificare le acque reflue.
Motivazioni della sentenza
I giudici hanno basato la loro decisione sul principio secondo cui il pagamento di un servizio deve essere proporzionato alla sua effettiva erogazione. Nel caso di un impianto di depurazione inefficiente o non funzionante, gli utenti non ricevono il servizio per il quale stanno pagando, quindi non sono tenuti a versare la relativa tariffa.
Implicazioni per gli utenti
Questa sentenza rappresenta una vittoria per i consumatori, in quanto garantisce che non debbano sostenere costi per un servizio non fornito adeguatamente. Gli utenti che si trovano in situazioni simili possono ora fare ricorso contro le bollette che includono la tariffa di depurazione non dovuta.
Obblighi dei gestori del servizio
La decisione della Cassazione mette in luce anche le responsabilità dei gestori del servizio idrico. Questi ultimi sono tenuti a garantire l’efficienza e la funzionalità degli impianti di depurazione, al fine di fornire un servizio completo e di qualità. In caso di inefficienze, dovranno affrontare le conseguenze legali ed economiche, inclusa la possibile restituzione delle tariffe incassate ingiustamente.
L’ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara e a tutela dei consumatori in merito alla controversa questione del canone di depurazione. Da oggi, gli utenti possono sentirsi più protetti sapendo che non dovranno pagare per un servizio di depurazione dell’acqua non adeguatamente erogato. La sentenza invita inoltre i gestori del servizio idrico a prestare maggiore attenzione alla manutenzione e all’efficienza degli impianti, per garantire un servizio essenziale per la salute pubblica e l’ambiente.