Confermato fino al 2027, ma con percentuali ridotte e nuovi vincoli. Ecco come funziona il bonus domotica per chi vuole rendere la casa più “intelligente”.
Il ritorno del bonus domotica è una buona notizia per chi vuole modernizzare la propria abitazione, ma le condizioni meno favorevoli impongono maggiore attenzione nella pianificazione degli interventi. Con percentuali in calo e l’obbligo di legarlo ad altri incentivi, chi intende approfittarne dovrà muoversi con prudenza e informarsi adeguatamente per massimizzare i benefici fiscali disponibili.
Le novità principali: percentuali ridotte e distinzione tra prime e seconde case
Il bonus domotica farà il suo ritorno nel 2025, ma con regole profondamente diverse rispetto al passato. Il Governo ha prorogato l’incentivo fino al 2027 nell’ambito della manovra di Bilancio, ma ha introdotto percentuali di detrazione più basse e restrizioni aggiuntive. Tra le principali novità, spicca la distinzione tra prima e seconda casa, un elemento assente nelle versioni precedenti del provvedimento.
Nel dettaglio, dal 2025 la detrazione sarà pari al 50% per gli interventi effettuati sulla prima casa e al 36% per quelli sulla seconda casa, contro il 65% garantito fino al 31 dicembre 2024. Questa riduzione rappresenta un chiaro segnale di come il Governo intenda ridimensionare gradualmente l’agevolazione: voci di corridoio ipotizzano infatti ulteriori cali fino al 36% per la prima casa e al 30% per la seconda già nel biennio 2026-2027.
Chi può accedere al bonus e per quali interventi
Nonostante le modifiche, il bonus domotica continua a incentivare l’installazione di dispositivi tecnologici in grado di migliorare l’efficienza domestica. Si tratta di strumenti che permettono di controllare a distanza sistemi come riscaldamento, climatizzazione e illuminazione, ottimizzando i consumi energetici.
Tuttavia, va ricordato che il bonus non è autonomo: è vincolato a interventi effettuati nell’ambito del Superbonus e dell’Ecobonus, quindi non può essere richiesto separatamente. Questo significa che per usufruirne è necessario effettuare lavori più ampi legati all’efficienza energetica della casa.
Il Governo punta quindi a un duplice obiettivo: promuovere tecnologie smart che migliorino il comfort abitativo e al tempo stesso ridurre l’impatto ambientale delle abitazioni. Tuttavia, le nuove restrizioni e la riduzione delle percentuali di detrazione potrebbero rendere l’incentivo meno allettante rispetto agli anni scorsi.