In linea con la direttiva europea sulle case green, il Governo italiano ha preparato un piano per favorire la riqualificazione energetica degli edifici. Ecco chi potrà beneficiarne e come funzionerà il nuovo sistema.
La strategia del Governo per le case green
Il piano del Governo si concentra sull’obiettivo di rendere il patrimonio immobiliare italiano più sostenibile, ma con una selezione mirata dei beneficiari. L’Italia, con il suo ampio patrimonio di edifici storici e obsoleti, aveva fin da subito cercato di attenuare le rigide richieste della direttiva europea, ma senza successo. La direttiva, entrata in vigore il 28 maggio scorso, stabilisce che entro il 2050 tutte le case dovranno essere a emissioni zero. Entro gennaio 2026, il Governo dovrà presentare un piano dettagliato per il rinnovamento energetico del parco edilizio nazionale.
Gli obiettivi del piano: chi potrà accedere agli incentivi
Il Governo ha tracciato un cronoprogramma che prevede l’applicazione di incentivi fiscali, ma con un focus su determinate categorie di beneficiari. Gli aiuti saranno destinati principalmente a:
-Famiglie a basso reddito: sarà previsto un sistema di finanziamenti mirati per chi ha difficoltà economiche.
-Comunità energetiche e condomini: verranno introdotti mutui agevolati per incentivare la creazione di reti energetiche sostenibili tra più abitazioni.
-Partnership pubblico-privato: si sta valutando la possibilità di collaborazioni tra Stato e aziende private per garantire finanziamenti su larga scala.
Nuova idea: certificati bianchi per il risparmio energetico
Per risolvere il problema legato ai numerosi bonus edilizi attualmente in vigore, si sta pensando di introdurre i cosiddetti certificati bianchi, un meccanismo già utilizzato in settori come l’industria e le infrastrutture. Questi certificati, una sorta di “credito energetico”, saranno rilasciati a chi dimostrerà di aver ridotto le emissioni inquinanti del proprio immobile. I certificati potranno poi essere venduti sul mercato a chi non riesce a raggiungere gli standard imposti dalla legge.
Questo approccio sposterebbe gli incentivi da un sistema di aiuti pubblici a una compravendita privata, creando un mercato di scambio di titoli energetici.
Scadenze e obiettivi: riduzione del 16% entro il 2030
La direttiva europea impone una prima scadenza importante per il 2030, quando il consumo energetico dovrà essere ridotto del 16% rispetto ai livelli attuali. Un obiettivo particolarmente ambizioso per l’Italia, dove oltre il 70% degli edifici è in una classe energetica bassa e il 60% è stato costruito prima del 1976. A partire dal 2028, tutti i nuovi edifici non residenziali dovranno essere a emissioni zero, mentre per quelli residenziali la scadenza è fissata al 2030. Tuttavia, la vera sfida sarà intervenire sugli edifici già esistenti, molti dei quali richiederanno lavori complessi e costosi.
Aiuti concentrati solo sull’abitazione principale
Secondo il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, per raggiungere gli obiettivi della direttiva si dovrà puntare su tecnologie come pompe di calore, infissi a risparmio energetico e sistemi di riscaldamento avanzati. Il nodo cruciale, però, resta quello dei finanziamenti. La prossima Legge di Bilancio porterà nuove detrazioni fiscali dedicate esclusivamente agli interventi di efficientamento energetico. Non sono ancora state definite le percentuali di detrazione, ma il principio guida sarà la compatibilità con le risorse pubbliche.
Niente aiuti per le seconde case
Il piano del Governo è chiaro: gli aiuti saranno destinati unicamente alle prime case, ovvero alle abitazioni in cui i proprietari risiedono stabilmente. Le seconde case, così come le terze, non rientreranno nei criteri di accesso alle detrazioni o ai finanziamenti. Per le famiglie con redditi troppo bassi per beneficiare delle detrazioni fiscali, si sta pensando di introdurre sovvenzioni dirette per coprire parte delle spese di ristrutturazione.
In sintesi, il Governo italiano sta preparando un piano di rinnovamento energetico che mira a ridurre i consumi e a rispettare le direttive europee, ma con un sistema di incentivi e aiuti fortemente selettivo, destinato solo a chi davvero ne ha bisogno e limitato alla prima casa.