Il 2025 segna un punto di svolta per il risparmio energetico in Europa, con novità che toccano sia gli elettrodomestici che gli edifici. La crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale e la riduzione dei consumi spinge verso normative più stringenti, destinate a impattare sulle abitudini dei consumatori e sul mercato.
Nuove classi energetiche per elettrodomestici
Le regole per classificare l’efficienza energetica degli elettrodomestici subiranno una significativa revisione. Dal 1° marzo 2025, gli apparecchi classificati come G saranno banditi dal mercato, mentre la classe F verrà progressivamente eliminata. L’obiettivo è ridurre i consumi non necessari, incentivando l’adozione di dispositivi più performanti.
Questa transizione si inserisce in un processo già avviato nel 2021, quando furono abolite le classi A+, A++ e A+++ per semplificare la scala di valutazione, limitandola da A a G. Tuttavia, l’evoluzione tecnologica richiede ulteriori aggiustamenti. I parametri per accedere alle classi superiori, come A e B, saranno resi più severi, rendendo più complesso il raggiungimento di queste categorie. Cambieranno anche i criteri di valutazione per specifici elettrodomestici:
- Lavatrici e lavasciuga: la classe energetica non dipenderà solo dal consumo per chilo, ma anche da quello per ciclo di lavaggio. Questo cambio di prospettiva mira a incentivare scelte più consapevoli per lavaggi meno frequenti e più efficienti.
- Lavastoviglie: il consumo di acqua diventerà un parametro cruciale, accanto a una revisione complessiva delle soglie di efficienza energetica.
- Frigoriferi e congelatori: i test di consumo terranno conto delle prestazioni in diverse zone climatiche, con temperature ambientali di riferimento fissate a 16°, 22° e 32°. I modelli combinati e i congelatori più grandi avranno difficoltà a raggiungere le classi A e B.
Edifici: gli effetti della direttiva case green
Oltre agli elettrodomestici, il 2025 vedrà i primi passi concreti della direttiva europea case green che impone standard energetici più rigorosi agli edifici. Sebbene la recente revisione abbia eliminato i riferimenti diretti alle classi energetiche, rimangono chiari obiettivi di efficientamento. Entro il 2028, tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a emissioni zero, mentre la stessa regola sarà estesa agli edifici privati entro il 2030.
La riduzione dei consumi energetici medi rappresenta un altro pilastro della direttiva. Gli Stati membri dovranno garantire un taglio del 16% nei consumi degli edifici residenziali entro il 2030, che salirà al 20% entro il 2035. Per gli edifici non residenziali, il traguardo è ancora più ambizioso, con una riduzione prevista del 26%.
Questi interventi si collocano in un contesto più ampio di transizione energetica, mirato non solo a diminuire l’impatto ambientale, ma anche a migliorare la qualità della vita dei cittadini, riducendo le spese per l’energia. Tuttavia, le sfide non mancano, tra costi iniziali di adeguamento e necessità di politiche di sostegno per i proprietari di case e le aziende.
Il 2025 sarà dunque un anno chiave per comprendere come l’Europa possa avanzare verso i suoi obiettivi di sostenibilità, bilanciando innovazione, regolamentazione e attenzione ai consumatori.