La quinta edizione del Rapporto redatto da Enea e Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (Cti) ha acceso i riflettori sulla situazione delle prestazioni energetiche degli edifici italiani. Da quanto emerso, sebbene i risultati evidenzino che una cospicua parte degli attestati di prestazione energetica ricade nelle classi energetiche meno efficienti, la percentuale di immobili certificati nelle classi F e G scende per la prima volta sotto il 50%. Il documento ha quindi sottolineato che “il significativo miglioramento delle prestazioni energetiche già evidenziato nel 2022 continua nel 2023, con la riduzione della percentuale di immobili nelle classi energetiche F e G (-6,3%), in particolare in favore di quelle A4-B (+5,2%)”.
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I dati dell’edizione 2024 del rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici si basano sulle informazioni raccolte dalle Regioni e dalle Province Autonome e sugli Ape (Attestati di Prestazione Energetica) emessi nel 2023, come registrati nel Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (Siape).
Nella prefazione, il presidente dell’Enea, Gilberto Dialuce, ha detto: “Il rapporto di quest’anno mette in evidenza i significativi risultati ottenuti, grazie anche all’adozione di incentivi fiscali come i bonus edilizi, che hanno stimolato interventi di efficientamento energetico su larga scala. Tuttavia, vi sono ancora margini di miglioramento: accelerare la riqualificazione degli edifici meno efficienti e garantire un’accessibilità più ampia agli strumenti di incentivazione sono sfide che richiedono uno sforzo congiunto e continuativo. In tale contesto, il monitoraggio costante e il perfezionamento della normativa rimangono prioritari”.
Cosa dicono i dati del Rapporto Enea 2024
Esaminando la prestazione energetica del parco edilizio certificato nel 2023, il Rapporto redatto da Enea e Cti ha evidenziato che “l’analisi degli Ape emessi nel 2023 mostra un miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili italiani certificati”. Nello specifico, “nonostante i risultati evidenzino che una cospicua parte degli Ape ricade nelle classi energetiche meno efficienti, la percentuale di immobili certificati nelle classi F e G scende per la prima volta sotto il 50%. Il significativo miglioramento delle prestazioni energetiche già evidenziato nel 2022 continua nel 2023, con la riduzione della percentuale di immobili nelle classi energetiche F e G (-6,3%), in particolare in favore di quelle A4-B (+5,2%)”.
Una nota ha precisato che nel 2023 sono stati registrati sul Siape 1,1 milioni di Ape, “di cui la quota più consistente è stata emessa in Lombardia (21,7%), con a seguire Piemonte (9,2%), Veneto (8,7%), Emilia-Romagna (8,5%) e Lazio (8,3%)”.
Nel confermare il miglioramento delle prestazioni energetiche, il “Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici – Annualità 2024” ha evidenziato un incremento di circa il 6% delle classi energetiche più efficienti (A4-B) rispetto al 2022, ma anche la crescita della percentuale di Ape emessi conseguenti a riqualificazioni energetiche e ristrutturazioni importanti, che rappresentano rispettivamente il 7,9% e il 6,4% (+2,3% e +2,4% nel confronto con il 2022). Un fatto “confermato anche dagli attestati collegati a passaggi di proprietà e locazioni che risultano in calo rispetto al 2022 (-5,3%), pur continuando a rappresentare il 54,2% del campione analizzato”.
Che cos’è il rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici
Come indicato sul sito web dell’Enea, “il Rapporto Annuale 2024 descrive lo stato attuale degli immobili certificati al 2023 attraverso un’analisi del campione di attestati di prestazione energetica (Ape) inviati nell’anno di riferimento dalle Regione e dalle Province autonome. In questa nuova edizione del Rapporto Enea-Cti, il certificatore energetico degli edifici diventa attore principale e fornisce la sua visione su un processo, quello che porta alla redazione dell’Ape, di fondamentale importanza per la messa a terra delle strategie nazionali a supporto della transizione energetica e della decarbonizzazione. Grazie ad un questionario a cui hanno risposto più di 10.000 professionisti possiamo a ragion veduta confermare come il Rapporto 2024 sia strumento oltremodo utile per il mercato e i decision maker nazionali poiché di anno in anno coinvolge nuovi protagonisti, affronta e illustra aspetti sempre diversi e aggiorna un quadro in continua evoluzione”.
Migliorare la qualità degli Ape
Nello specifico, “l’edizione 2024 del Rapporto si è concentrata anche sui nuovi strumenti e metodi di analisi sviluppati per migliorare la qualità degli Ape, in particolare sulle metodologie di controllo utilizzate dai certificatori, sia durante la fase di predisposizione dell’Ape che in quella successiva. Il Report presenta anche dei focus sul percorso di perfezionamento dei Catasti Energetici Unici regionali (Ceu), in funzione del possibile sviluppo del Catasto Unico Nazionale, del Portale nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici (PnPE2) e delle altre applicazioni informatiche predisposte da Enea”.