Gli italiani tornano a puntare sull’acquisto di immobili, mentre l’interesse per gli affitti diminuisce. Anche gli investimenti immobiliari perdono attrattiva, lasciando spazio a nuove priorità.
Il mercato immobiliare italiano sta cambiando volto, influenzato da un’attenzione crescente verso la sostenibilità ambientale. Tuttavia, non si tratta solo di un discorso etico, ma di una vera e propria strategia a lungo termine: più del 30% degli italiani considera infatti l’efficienza energetica un aspetto determinante nella scelta di una casa. Questo trend è spinto anche dall’aumento dei costi per le ristrutturazioni, dalle modifiche agli incentivi fiscali ridotti al 50% e dalle future direttive europee sulle cosiddette “case green”, che potrebbero rivoluzionare l’intero settore immobiliare.
Con le nuove norme in arrivo, gli edifici con basse prestazioni energetiche rischiano di perdere valore, rendendo più complicata la vendita e costringendo i proprietari a concessioni economiche significative. Secondo l’ultimo rapporto di Nomisma, il valore attribuito alle case sostenibili è in crescita: l’interesse per queste abitazioni è aumentato di 4 punti percentuali rispetto al 2023.
La ripresa del mercato immobiliare
Le intenzioni di acquisto di case sono in netta ripresa, con 980.000 famiglie pronte a investire in un immobile nei prossimi mesi, rispetto agli 886.000 dello scorso anno. Si tratta del dato più alto registrato negli ultimi cinque anni, segno di un ritrovato ottimismo nel settore. Anche se si prevede che circa il 20% delle famiglie rinunci all’acquisto a causa di difficoltà di accesso ai mutui o per altri motivi, le prospettive per il biennio 2024-2025 restano positive, con un incremento delle compravendite all’orizzonte.
Tuttavia, cambiano le motivazioni che spingono all’acquisto. La percentuale di chi compra una casa per viverci è scesa al 77,2%, con un calo di 5 punti rispetto al 2023. Diminuisce anche l’acquisto a scopo di investimento, fermo al 5,7%, un livello inferiore rispetto a quello pre-pandemia. Questo calo è legato alla maggiore attrattività dei titoli di Stato, che offrono rendimenti al 3% netto, rendendo gli affitti meno redditizi rispetto al passato.
Il giardino non è più una priorità
Un altro cambiamento significativo riguarda il calo dell’interesse per le abitazioni con giardino, un trend in controtendenza rispetto al boom registrato durante la pandemia. La domanda di case con spazi esterni privati è diminuita di 4 punti rispetto al 2023, complice il prezzo elevato di queste soluzioni nelle aree urbane e la loro scarsa disponibilità sul mercato.
Affitti in crisi
Parallelamente alla crescita dell’interesse per l’acquisto, il mercato degli affitti continua a perdere slancio. Nel 2024, solo 580.000 famiglie si dichiarano interessate a prendere una casa in locazione, un netto calo rispetto alle 712.000 dello scorso anno e il dato più basso degli ultimi cinque anni. La maggior parte di chi cerca una casa in affitto (71,1%) lo fa per necessità economiche, non potendo permettersi l’acquisto. Questo, però, genera preoccupazioni per l’affidabilità economica degli inquilini, in un contesto caratterizzato da una riduzione dell’offerta di case disponibili per la locazione.
Mutui e affitti: segnali di stabilità
Sul fronte dei mutui, si registra un lieve calo della percentuale di chi ricorre a questa soluzione per acquistare casa (75,6% contro il 77,9% del 2023). Tuttavia, il numero di famiglie che riescono a gestire con tranquillità le rate è in aumento: solo il 3,4% afferma di non poterle pagare, mentre l’11,8% prevede difficoltà. Complessivamente, il 15,2% delle famiglie teme problemi con il mutuo, una percentuale significativamente inferiore al 29,3% registrato nel 2023. Questo miglioramento riflette una maggiore stabilità economica e un calo dei tassi d’interesse, che ha favorito la richiesta di mutui, soprattutto tra i più giovani. A Roma e Napoli, ad esempio, le richieste di mutui sono aumentate del 50% nell’ultimo anno.
Anche tra gli affittuari si registra una riduzione delle difficoltà economiche: il 6,7% prevede problemi certi nel pagamento del canone, mentre il 15,4% teme difficoltà, per un totale del 22,1%, in netto calo rispetto al 34,8% dello scorso anno. Questi segnali di miglioramento indicano una generale stabilità che potrebbe favorire il rilancio del mercato immobiliare nei prossimi anni.