ARTICOLO ORIGINALE DI Antonella Donati pubblicato su repubblica.it 11 Dicembre 2024
Riscaldare casa con un occhio al portafoglio e all’ambiente? Nel 2025 si può, grazie agli incentivi statali che premiano l’installazione di stufe e caminetti a legna o pellet, anche senza la necessità di sostituire la caldaia tradizionale. La novità principale è la possibilità di ottenere la detrazione del 50% per il risparmio energetico, a patto che i nuovi impianti garantiscano alta efficienza e basse emissioni. Un’opportunità concreta per ridurre la dipendenza dal gas e abbracciare fonti di energia rinnovabile.
Legna e pellet, spesso sottovalutate, rientrano a pieno titolo tra le fonti rinnovabili, in quanto derivano dal riutilizzo di scarti organici. Questa caratteristica le rende idonee a beneficiare degli incentivi statali per il risparmio energetico. In particolare, il bonus del 50% non è più esclusiva delle sostituzioni di caldaie a gas con modelli a pellet, ma si estende anche a chi decide di installare una stufa a legna o un caminetto, migliorando il comfort abitativo e limitando l’uso dei combustibili fossili. Attenzione però, perché dal prossimo anno l’aliquota più alta sarà riservata alle abitazioni principali: per le seconde case, salvo modifiche normative, la detrazione scenderà al 36%.
Bonus 50%: requisiti e modalità di accesso
La detrazione del 50% si applica all’acquisto di stufe, alla realizzazione di caminetti e a tutte le opere correlate, come l’installazione della canna fumaria. È fondamentale che l’installazione sia effettuata da un tecnico qualificato, che rilascerà il certificato di conformità come previsto dalla legge (Dm 37/2008). Altro aspetto cruciale è la certificazione tecnica del produttore della stufa, che attesti un rendimento del bruciatore di almeno l’85% e la limitazione delle emissioni di fumi. Il pagamento deve essere effettuato tramite bonifico specifico per i bonus casa, garantendo la tracciabilità dell’operazione.
Per chi invece ha in programma la sostituzione di vecchi impianti a biomassa, con una classificazione inferiore a quattro stelle, o di impianti a olio combustibile o gasolio, c’è una strada alternativa: il Conto termico del Gse (Gestore Servizi Energetici). Questo incentivo prevede un rimborso fino al 65% della spesa sostenuta. A differenza del bonus 50%, il Conto termico non ha una scadenza per la presentazione delle domande e potrà essere utilizzato anche nel 2025, ma solo per la sostituzione di vecchi impianti, esclusi quelli a gas. La domanda va presentata direttamente sul sito del Gse, dopo l’installazione della stufa o della caldaia. Il Gse prevede una procedura semplificata per chi sceglie uno dei generatori a biomassa inclusi nel Catalogo degli apparecchi domestici.
Un rimborso sprint e possibilità di accumulo
Per ottenere il rimborso, oltre alla fattura, è fondamentale che il pagamento sia effettuato in modo tracciabile. Il contributo viene erogato in un’unica soluzione entro due mesi, se l’importo è inferiore a 5.000 euro. Ma le opportunità non finiscono qui. Chi opta per il Conto Termico ha anche la possibilità di ottenere ulteriori contributi a livello regionale o comunale, pensati per la rottamazione dei vecchi impianti e per la riduzione delle emissioni inquinanti. Questi incentivi locali possono arrivare a coprire il 100% della spesa sostenuta, un’occasione da non perdere per rendere la propria casa più efficiente e sostenibile.