L’Italia si trova di fronte a un bivio: mantenere gli incentivi fiscali per le caldaie a gas o rischiare una procedura d’infrazione dell’Unione Europea. La questione è al centro del dibattito sulla prossima Legge di bilancio, con proposte bipartisan che puntano a rivedere gli sconti per l’installazione di impianti di riscaldamento inquinanti.
Un emendamento bipartisan, sostenuto da esponenti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle, propone di escludere gli impianti di climatizzazione invernale alimentati esclusivamente da combustibili fossili dall’Ecobonus. La modifica, che potrebbe entrare in vigore tra il 2025 e il 2027, mira a incentivare la transizione verso sistemi di riscaldamento più sostenibili.
A spingere per questa svolta è la Direttiva “Case Green” dell’Unione Europea, approvata lo scorso marzo. La direttiva fissa l’obbligo di eliminare gli incentivi per le caldaie a gas a partire dal 2025, con l’eccezione di quelle “ibridi” che combinano caldaie a condensazione e pompe di calore.
L’obiettivo della Direttiva “Case Green” è ambizioso: ridurre del 16% il consumo energetico dell’intero parco immobiliare residenziale entro il 2030. Per l’Italia, questo traguardo rappresenta una sfida significativa, considerando che il 70% delle abitazioni presenta la peggiore prestazione energetica.
Potenziare le detrazioni per le pompe di calore e il riscaldamento a pavimento
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha già espresso il suo auspicio di potenziare le detrazioni per le pompe di calore e il riscaldamento a pavimento, in linea con la direttiva comunitaria.
Tuttavia, il testo della Legge di bilancio licenziato in ottobre dal Consiglio dei Ministri prevede il rinnovo degli sconti fiscali in scadenza, seppur con una revisione delle aliquote. Chi nel 2025 sostiene spese per l’acquisto e l’installazione di una nuova caldaia potrà ancora avvalersi del bonus ristrutturazioni o dell’ecobonus.
Altre modifiche ai bonus
L’Ecobonus, per le caldaie, prevede una detrazione al 65% fino al 31 dicembre 2023 per le caldaie a condensazione di classe energetica A, con un massimale di spesa di 30mila euro. Nel 2025, lo sconto scenderà al 50% per la prima casa e al 36% per gli altri immobili, con un progressivo calo negli anni successivi.
Anche il bonus ristrutturazioni e il sismabonus subiranno modifiche. Il bonus ristrutturazioni rimarrà al 50% solo per la prima casa, con un tetto di spesa di 96mila euro. Per gli altri immobili, l’agevolazione calerà al 36%, così come il tetto di spesa.
Le modifiche al sismabonus, invece, porteranno una riduzione dell’aliquota al 50% per la prima casa e al 36% per gli altri immobili.
Diverse associazioni di categoria e ambientaliste, tra cui Arse, Coordinamento Free, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e Wwf Italia, hanno chiesto un cambio di passo per scongiurare il rischio di una procedura di infrazione dell’UE.
La questione delle caldaie alimentate da gas rinnovabili rimane ancora aperta. Da Bruxelles non sono arrivate indicazioni in merito al mantenimento degli incentivi per questo tipo di impianti.
La Commissione della Camera si appresta a valutare le numerose proposte di modifica presentate dai partiti, con l’obiettivo di definire la nuova versione del testo della Legge di bilancio. La sfida verde della Manovra è dunque ancora aperta, con il futuro degli incentivi per le caldaie a gas in bilico.
